Ultimi Articoli
  1. Il respiro è il telecomando della mente
    ...
    mercoledì, 07 settembre 2022 Articolo di Anna Lucarelli
  2. MINDFULNESS e MBSR: le origini
    Cos’è la Mindfulness, cos’è l’MBSR, le origini mil...
    mercoledì, 07 ottobre 2020 Articolo di Franco Cucchio
  3. La via del Silenzio e dell’Ascolto
    La mia esperienza nel Ritiro silenzioso di 7 giorn...
    mercoledì, 19 febbraio 2020 Articolo di Marina Ciampelli
Ultimi Commenti
  1. mercoledì, 21 febbraio 2018 Commento di Elena Bilotta La rivoluzione in un respiro
    Grazie a te Sabina, per la tua lettura a cuore ape...
  2. martedì, 20 febbraio 2018 Commento di sabina La rivoluzione in un respiro
    Grazie Elena. Ho riletto il Tuo scritto piu' volt...
  3. lunedì, 19 febbraio 2018 Commento di elena bilotta La rivoluzione in un respiro
    Grazie per le vostre parole! Dopo aver speriment...

MINDFULNESS e MBSR: le origini

mercoledì, 07 ottobre 2020 | Articolo di Franco Cucchio | 0 commenti

Cos’è la Mindfulness, cos’è l’MBSR, le origini millenarie e contemporanee.

Oggi la mindfulness è molto diffusa, ma probabilmente poco conosciuta. La grande e veloce diffusione avvenuta in Italia negli ultimi dieci anni, ha forse lasciato un po’ a lato alcuni aspetti fondamentali del suo significato e del suo intento: conoscenza e comprensione di se stessi della propria natura personale e relazionale, e l’attenuazione del disagio attraverso la conoscenza e comprensione dello stesso e delle sue cause.  Spesso la modalità con cui circola il termine mindfulness assume, a volte, forme banalizzanti, riduttive dovute spesso alla continua strumentalizzazione e specializzazione che si sta dando alla mindfulness stessa, alla sua diffusione come tecnica per “gestire o risolvere” problemi, dimenticando spesso l’impegno profondo nei confronti della pratica di mindfulness, che ne è l’elemento centrale. 

Quando la mindfulness inizialmente si è diffusa in occidente era già un fenomeno con profonde radici e una trasmissione millenaria con un bagaglio filosofico correlato. 

Nonostante questo, occorre ricordare che la mindfulness non è di proprietà di qualcuno né di una specifica tradizione, poiché è la caratteristica principale propria dell’essere umano data anche dalla sua peculiare conformazione neuronale. Della mindfulness, o piena consapevolezza, occorre ricordare che è un modo d’essere, essere mindful, ma ancor di più uno Stato dell’Essere che va coltivato e sviluppato. Tale Stato dell’Essere permette un incontro e una profonda conoscenza e comprensione di se stessi e degli altri. Include una gentile disciplina di pratica, e una coerenza di intenti, valori e stili di vita da portare nella propria vita.

Unitamente a questa corrente di pratica di consapevolezza, dalle origini delle tradizioni contemplative ad oggi, si parla di coltivare una coerenza tra esperienza e relazioni che chiamiamo etica, il che significa sviluppare una visione profonda della vita accanto ad un modo di vivere fondato sul rispetto della persona e delle relazioni interpersonali. 

La mindfulness affiora in occidente a fine Ottocento e si propaga a metà del Novecento provenendo dalle correnti contemplative dell’India, del sud-est asiatico, del Tibet e delle regioni himalayane, della Cina e del Giappone. Queste tradizioni tutt’oggi ricche ed attive, praticano e preservano l’insegnamento del Buddha basato sull’attenta presenza o piena consapevolezza, fulcro della sua esperienza e del suo stesso insegnamento. Il Buddha è, infatti, una delle grandi figure pragmatiche ed empiriste della storia dell’umanità. Disegnando un ponte tra occidente e oriente non possiamo non riscontrare alcune similitudini con la metodologia Socratica.  La pedagogia del Buddha si fonda su una pratica contemplativa unitamente ad una metodologia riflessiva arricchita da dialoghi e confronti basati soprattutto sul porre domande e sull’utilizzo di racconti e metafore per favorire la comprensione intuitiva della realtà e della vita. 

Già nella prima fase di introduzione delle tradizioni buddiste in occidente si è visto soprattutto negli USA lo sviluppo della tradizione della pratica della Mindfulness Meditation introdotta come Insight Meditation. Alcuni centri pionieri di questo approccio, come l’IMS Insight Meditation Society, basati sullo sviluppo della tradizione buddista e soprattutto della pratica della meditazione di mindfulness hanno interpretato questa esperienza di presenza non concettuale come Insight Meditation, ovvero la comprensione o visione della natura delle esperienze attraverso una modalità diretta, immediata e intima, da cui è stato diffuso questo aspetto dell’Insight-intuizione.

In questa fase di trasposizione della tradizione millenaria buddista nel mondo occidentale, una delle figure al centro di questo movimento è stato  il prof. Jon Kabat-Zinn, docente di biologia molecolare della Medical School of Massachusetts, che a seguito di diversi anni di pratica e studio rigoroso di questa tradizione, creò nel 1979 il programma  MBSR Mindfulness-Based Stres Reduction al fine di trasporre, trasmettere e rendere accessibili quanto fruibili le potenzialità dei benefici della pratica della mindfulness a quante più persone possibile attraverso un programma basato su un approccio, un linguaggio e contenuti specifici.

In particolar modo disegnò il programma MBSR per rivolgerlo inizialmente a pazienti, medici, operatori sanitari e amministrativi dell’ospedale. Successivamente ai primi gruppi pioneristici MBSR e alle prime pubblicazioni medico-scientifiche sulle correlazioni tra mindfulness e salute, sempre più medici e personale ospedaliero si sono avvicinati ai programmi MBSR e hanno praticato giornalmente le meditazioni previste dal programma.

Jon Kabat-Zinn unisce due correnti empiriche: la tradizione contemplativa di mindfulness e la tradizione scientifica medica. Con l'obiettivo di colmare queste due epistemologie della scienza e del dharma, ha ricordato fin dai suoi inizi la connessione tra questi due approcci partendo proprio dall’etimologia del termine meditazione, al fine di facilitare la trasposizione di pratiche di mindfulness nel contesto medico, dato che la radice etimologica di medicina è mederi ed è la medesima di meditare. Quindi meditare e medicare hanno la medesima etimologia.  

Partendo da questo punto comune, con l’integrazione di elementi di fisiologia dello stress e di altri contenuti del programma, è stato possibile introdurre la pratica di  mindfulness in un contesto ospedaliero: cosa impensabile prima di quel momento. Gli studi di ricerca sugli effetti dell’MBSR hanno poi portato in evidenza le potenzialità della mindfulness. Il contributo di Jon Kabat-Zinn è oggi di una portata mondiale e, grazie a  lui, milioni di persone hanno tratto enormi benefici dal suo intento e dal suo programma. 

L'intenzione di Jon Kabat-Zinn è stata proprio quella di aiutare le persone che si trovavano nel delicato processo medico ospedalizzante a ritrovare e coltivare quella risorsa, attraverso la pratica di mindfulness, che permettesse loro di prendersi cura di sé e dare un profondo significato al proprio vivere, nel momento in cui questo poteva loro sfuggire. Tale approccio è stato infatti definito come medicina partecipativa, nel senso che in tal modo le persone potevano trovare la modalità di occuparsi di se stesse ed essere partecipi attive del loro stesso processo di guarigione. Negli anni il programma MBSR è stato sempre più studiato e validato da migliaia di pubblicazioni medico scientifiche apparse nelle riviste internazionali più importanti.

Ad ogni modo, personalmente, tali pubblicazioni non potranno mai supplire alle toccanti condivisioni delle tante persone che ho incontrato e conosciuto nei numerosi corsi MBSR che ho potuto condurre.  

La prospettiva della mindfulness propone una nuova modalità per entrare in contatto intimo e profondo con le proprie esperienze, favorisce lo sviluppo di una particolare attenzione al proprio modo di percepirle, permettendo di rinnovare il consueto modo di reagire ad esse. Jon Kabat-Zinn l’ha definita: “la consapevolezza che sorge dal prestare attenzione, intenzionalmente, al momento presente, e in modalità non giudicante” (Jon Kabat-Zinn).

Questo stato di presenza mentale è sempre più al centro dell’interesse della ricerca scientifica in medicina, nelle neuroscienze, in psicoterapia e in ambito educativo. Oggi il programma MBSR viene proposto in migliaia di ospedali negli Stati Uniti, in Europa e in Asia come intervento di medicina partecipativa e sempre di più viene inserito in ambiti sociali, professionali e educativi. Ciò non di meno, l’MBSR non è una terapia e non può sostituire specifici trattamenti medici, psichiatrici e psicoterapeutici. È piuttosto un percorso esperienziale-educativo dai validati effetti benefici sull’equilibrio di chi lo segue.  

Il programma MBSR viene rivolto a tutte le persone che si trovano a vivere a contatto con l’intensità dell’esperienza umana: dall’iperattività e multifunzionalità a cui siamo esposti quotidianamente e che ci portano a una condizione di stress con effetti che si possono riscontrare in disturbi del sonno, dell’attenzione, dell’alimentazione, oppure nel prodursi di stati di agitazione, incertezza e difficoltà di gestire eventi intensi come malattie, lutti, separazioni, incidenti, avvenimenti traumatici. 

La pratica della mindfulness promuove un approccio consapevole alle cause dello stress e aiuta a riconoscere i propri automatismi mentali e comportamentali permettendo di ridurre il consueto coinvolgimento con essi.

Oggi la grande diffusione sta però generando confusione sulla “solidità” dell’insegnante. Il fiorire di proposte fa a volte dubitare che ci siano vere e proprie formazioni; spesso altre professionalità si autopromuovono quali esperti di programmi mindfulness-based creando non poca confusione, ma più probabilmente una perdita di contenuti imprescindibili per la pratica e soprattutto per l’insegnamento della mindfulness stessa. Poter insegnare il programma MBSR così come ogni altro programma MB-etc…, occorre una formazione specifica, un’onesta pratica di alcuni anni e un’etica e una coerenza personale, prima che professionale: che la pratica di mindfulness sia parte integrante del proprio vivere e che si siano seguiti dei percorsi formativi presso enti accreditati.  

Così come la mindfulness e l’MBSR hanno uno specifico contesto d’origine, anche la pienezza e integrità della persona hanno la loro origine in quelle risorse innate di saggezza e compassione che risiedono proprio all’interno di ciascuno di noi.  

Franco Cucchio

Teacher Trainer MBSR CFM UMass e MC Brown University

Presidente Motus Mundi Centro per la Mindfulness

Direttore Scuola Italiana Mindfulness

Tags:

Articoli correlati

Lascia un commento